TRAPANI: PROCESSO AL SALE

TRAPANI: PROCESSO AL SALE

TRAPANI: PROCESSO AL SALE

Processo al sale presso Isola Longa

Nella splendida cornice naturale dell’Isola Longa, nello Stagnone di Marsala, si è consumato l’11 settembre c.a. un processo atipico nel suo genere, perché svoltosi in chiave umoristica, al sale delle Saline Trapanesi, con un’inchiesta semiseria su un imputato eccellente; solo che nello specifico il corpo del reato e l’accusato (in parte) erano gli stessi. A organizzarlo sono stati l’Accademia Italiana della Cucina, delegazione di Trapani, delegato Ignazio Aversa e il Rotary Club Trapani Birgi Mozia Distretto 2110, presidente Francesco Paolo Sieli, ambedue giudici a latere. Esso fa seguito al processo, condotto negli anni precedenti, all’aglio, al tonno, all’olio d’oliva e, ancora, al sale. Nonostante il sale trapanese possegga doti eccellenti perché ricco di iodio, magnesio, potassio e sia povero di sodio, si è voluto processarlo mettendo sotto accusa numerosi lati negativi o pseudo tali. Il nutrito pubblico è stato affascinato dalle arringhe sia degli accusatori e sia dei difensori e ha apprezzato i modi e favorito la parte seria e quella del faceto, provocando spesso l’ilarità e gli applausi. All’apertura del processo il presidente della Corte dott. Mario Angelo (lo fu già per 42 anni dei Tribunali di Trapani e Marsala), con tanto di giudici a latere, dà lettura del decreto di citazione a giudizio del “sale regale”, “oro bianco”, come si evince dagli atti della Procura della Repubblica, rappresentati dal Pubblico Ministero, difensori: avv.ti Giacomo Vaccaro e Roberta Tranchida, dott. Gaetano Basile e prof. Giacomo Dugo. I capi d’accusa sono descritte dalle malefatte: “Attentato alla linea e alla salute per avere, rendendo sapidi e più appetibili gli alimenti, arrecato grave nocumento all’armonia fisica e alla salute degli umani”; “essersi sostituito ai sapori mediterranei fatti di spezie, erbe aromatiche, succo di limone, olio d’oliva e aceto”; “avere ottenuto la preferenza e l’uso degli uomini rispetto a quelli delle capre, anch’esse ghiotte di sale”; adottato “atti di libidine culinaria per avere esaltato altri elementi di perversione, con l’aggravante di avere in molti casi cambiato i propri connotati rendendosi invisibile e insediandosi subdolamente negli alimenti lavorati, come insaccati, formaggi freschi e stagionati, pani, dadi da brodo, cereali per colazione, salse pronte (senape, ketchup, maionese, salsa di soia), biscotti dolci, brioches e merendine, tonno sott’olio e altri cibi in scatola”; “concorso in commercio di prodotti alimentari pericolosi per la salute, per aver favorito la diffusione e il commercio di sostanze destinate all’alimentazione umana dannose per la salute pubblica”; “concorso in omicidio continuato, aggravato per avere cagionato a vittime inconsapevoli: ipertensione, danni ai reni, osteoporosi, presenza nelle urine di uromodulina e per avere provocato infarti, ictus e altre patologie cardiocircolatorie”; “associazione a delinquere per avere posto le vittime in condizioni di dipendenza patologica, reiterando in concorso con il fumo di tabacco e il colesterolo cattivo, l’attività di killeraggio nei confronti dell’umanità”; “avere compiuto, nei secoli, atti di ciarlataneria e attività dirette a speculare sull’altrui credulità o a sfruttare o ad alimentare l’altrui ignoranza, esercitando sortilegi, incantesimi, esorcismi, millantando e affermando in pubblico grande valentia della propria arte di esorcista e guaritore, magnificando ricette a base di sale, olio e scorpioni, attribuendo loro virtù straordinarie e miracolose in grado, anche, di leggere il futuro o effetti afrodisiaci, in quest’ultima ipotesi in concorso con tale Cleopatra, propinatrice e utilizzatrice di miscele di latte, miele e sale”; “avere privato agli umani del piacere di potere consumare carni e pesci freschi genuini favorendo l’uso di carne sotto sale puzzolenti e deteriorate”; “danneggiamento della bellezza femminile e maschile per l’incontrollabile accumulo di cellulite che è causa del venir meno dell’appetito sessuale”; “seduzione al fine di matrimonio, delitto perpetrato da tale Cleopatra, usando per massimizzare le proprie capacità di affascinazione, lavacri in miscele di latte di asina, miele e sale, riuscendo nell’intento nei confronti di Giulio Cesare e poi di Antonio, reato nei secoli qualificato “bunga bunga” largamente praticato per irretire politici e imprenditori attempati e anziani facoltosi”; “avere conquistato gli umani utilizzando elementi di perversione anche nella musica leggera in concorso con tali Celentano, Rettore, Paoli, Gianco, Pupo, Malgioglio”; “truffa aggravata e continuata per avere per decenni nascosto la possibilità di produrre energia elettrica senza effetti inquinanti mediante l’elettrodialisi inversa, riuscendo nell’intento sino a epoca prossima al 2010, ponendo fine all’attività criminosa solo per le eccezionali ricerche compiute”. L’imputato è presente in una piccola massa di cristalli, alla vista di tutti, e non è contumace. Nel dare seguito alla fase Istruttoria dibattimentale si sono succeduti gli interventi ben articolati, in chiave briosa, dell’accusa, della difesa e dei rispettivi consulenti tecnici, i cui rappresentanti sono stati abilmente al gioco. Per l’accusa il prof. Pietro Verga, dietista, ha denunciato l’eccessivo uso che se ne fa adesso del sale, passando da amico (prima se ne usava un grammo al giorno) a killer dell’uomo (oggi se ne usano dagli otto ai dieci grammi). La conseguenza del prolungato introito in eccesso nell’organismo è: l’alterazione del metabolismo nei soggetti diabetici (interessa l’80 per cento degli umani), la patologia ipertensiva (si avrebbe una riduzione della pressione con il 35 per cento in meno d’ictus, soprattutto negli anziani). Il problema del sale – ha continuato - è della sua presenza “non discrezionale” (insaccati come prosciutti, alcuni cereali, dadi, brodi, cibi pronti, ecc.). L’avv. Pietro Bruno, civilista, ha affermato che “Una proprietà del sale è quella elettrica e chimica. Il sale, agendo con gli ioni positivi e negativi, crea una rottura degli ioni e dei cationi”. La dott.ssa Mariella Ingrasciotta, pediatra, ha messo in guardia sull’eccesso di sodio discrezionale in più dato ai bambini: mai superiore ai 120ml nel primo anno di vita. Non aggiungere sale oltre quello che è presente nell’alimentazione: mai cibi in scatola, non cotture pesanti ma a vapore e non fritti; adoperare olio, limone e aceto perché si può verificare un sovraccarico renale che rende difficile il metabolismo. Il dott. Lorenzo Messina, psichiatra, parlando del sale marino di Trapani, ha messo in guardia sugli effetti negativi sulla salute; il sale, infatti, si oppone alla sua associazione con lo iodio, favorendo il tiroidismo, causa spesso di squilibri alla tensione mentale (in Italia sei milioni di persone si ammalano di tireopatie; un neonato su tre mila ha ritardi mentali, soprattutto se femminucce). Il dott. Calogero Puntrello, cardiologo, ha fatto notare che il sale marino è ricco d’impurità, anche se 70 degli elettroliti sono contenuti nell’acqua di mare e servono per le ossa e i tessuti connettivi e per curare alcune malattie, attenzione, però, alle “intossicazioni da sale”: l’abuso fa male. Per il prof. Salvatore Bongiorno anche nel salato c’è del fascino. L’imputato non ha colpa: come si fa, infatti, a mangiare senza sale? Se una colpa può esserci è dell’esistenza del sale stesso. Per la difesa: l’avv. Giovanni Vaccaro ha rilevato gli aspetti biblici dal sale “Voi siete il sale della terra”, dice Cristo, l’utilizzo nel battesimo e nell’acqua benedetta; le qualità positive, poiché la nostra è una cultura salata: scioglie il ghiaccio, dà sapore, conserva. Richiamando Plinio il Vecchio ha detto che non esiste una vita civilizzata senza sale. L’imputato, quindi, non è il sale ma chi lo consuma. Per il dott. Tamburicchio il sale è un inconsapevole produttore di energia elettrica: se non ci fosse non si accenderebbe alcuna lampadina. Il prof. Bartolo Giglio, presidente dell’aglio rosso di Nubia, ha evidenziato il rapporto d’amore del sale con il mondo agricolo: aiuta a conservare gli alimenti della terra ma è anche un prodotto sociale, non ha, infatti, un alto costo. Il prof. Giacomo D’Alì Staiti, presidente della SOSALT, ha affermato che il sale è il miglior vettore dello iodio ma il sale marino di Trapani riduce il quantitativo di sodio. “L’unico sale marino a indicazione d’aria protetta è quello di Trapani”. Per il dott. Gaetano Basile “Il sale fa parte della nostra identità”. Per l’Avv. Roberta Tranchida il sale era utilizzato per la mummificazione dei morti e se ne faceva un uso scaramantico e negativo: pulisce e spacca la molecola dell’olio. Le parole d’ordine emerse da tutte le arringhe è stata unanime: denuncia sull’utilizzo inappropriato che si fa del sale e “parsimonia”, “cum grano salis”, ossia con discernimento, con un pizzico di buon senso, secondo la tipica espressione di Plinio il Vecchio nella “Naturalis historia”. Letta la sentenza, il presidente della Corte, rigorosamente in piedi, ha dichiarato: «L’accusato è colpevole di tutti i delitti elencati nei capi d’accusa, con le aggravanti contestate. Tali aggravanti equivalenti alle attenuanti generiche e a quelle di cui all’art. 62, n.1 C.P. sono sussistenti per le seguenti ragioni: per avere per secoli sostenuto l’economia delle terre rivierasche del trapanese garantendo il necessario per vivere agli abitanti; per avere, insaporendo cibi a basso costo fatti di acqua, aglio, olio e pane raffermo, reso più gradevole la vita della povera gente; per avere consentito la conservazione dell’estratto di pomodoro, della carne di maiale, del tonno e delle sue parti, di sarde e sgombri e altri pesci di poco prezzo consentendo alle citate moltitudini di persone con scarsissime disponibilità di alimentarsi anche in inverno; per avere precorso i tempi di una pratica agricolo-commerciale oggi diffusissima con l’allevamento nelle saline di orate, cefali e altri pesci; per avere reso inconfondibile la costa da Trapani a Marsala con lo spettacolo unico delle saline; per avere valorizzato in maniera eccellente il territorio più volte citato garantendo la vita, la crescita e lo sviluppo d’innumerevoli specie di piante, di uccelli, e di altre forme di vita vegetale e animale. Ritenute, tuttavia, sussistenti le accuse sopra indicate, parzialmente compensate da tutte le attenuanti, condanna l’Accademia Italiana della Cucina, Delegazione di Trapani, a continuare a organizzare, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia - Ufficio XI - Ambito Territoriale per la Provincia di Trapani, ulteriori corsi di aggiornamento professionali, aventi come tema “Curarsi mangiando”, rivolti ai docenti siciliani delle scuole dell’Infanzia, ai docenti delle classi IV e V delle scuole Primarie e ai responsabili delle mense scolastiche. Obiettivo di tali corsi sarà di far acquisire conoscenze sul cibo attraverso il riconoscimento del valore della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell’obesità, proponendo altresì la valorizzazione dei prodotti tipici e della cucina del nostro territorio, di cui il sale, quello IGP a indicazione geografica protetta, ricco di iodio, magnesio, potassio e altri minerali, prodotto esclusivamente nei territori di Trapani e Marsala indicati nel disciplinare ministeriale, costituisce elemento essenziale, purché il consumo pro-die sia mantenuto nei limiti consigliati dalla OMS sulla scorta degli insegnamenti della scienza medica». Ha concluso i lavori il dott. Mario Ursino, Vice Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina, richiamando tutti alla serietà del processo che ha un obiettivo ben preciso: sfruttare le risorse del territorio, considerato il commercio che si è avuto nei secoli soprattutto con l’America e con il Giappone. Termino con una citazione di Voltaire: “Chi di sale vuole veramente discorrere, occorre che giunga qui, nell’Occidente della Sicilia… vecchie, vecchissime saline fondate già dai Fenici”. SALVATORE AGUECI