TRAPANI: IL CONCETTO MODERNO DI DEMOCRAZIA IN MARSILIO DA PADOVA

TRAPANI: IL CONCETTO MODERNO DI DEMOCRAZIA IN MARSILIO DA PADOVA

TRAPANI: IL CONCETTO MODERNO DI DEMOCRAZIA IN MARSILIO DA PADOVA

Presso l`Officina di Studi Medievali Via Marconi 198 Trapani

Venerdì 27 febbraio, alle ore 17:30, presso l`Officina di Studi Medievali di Trapani - Via G. Marconi 198 - la Prof.ssa Rosanna Marsala, dell`Università di Palermo, relazionerà sul concetto moderno di democrazia di Marsilio da Padova, bollato come il " figlio del diavolo ". Il trecentesco autore del " Defensor Pacis " condivise con Guglielmo di Ockham e Giovanni di Jandun la passione politica e l`atteggiamento di avversione verso il potere temporale della Chiesa. Il "Defensor pacis" - sostiene il prof. Salvatore Girgenti, direttore dell’Officina - gettò le basi per un moderno concetto di democrazia. L’idea fondamentale del Defensor si basa sull’idea che l’origine della comunità civile debba essere individuata nel desiderio innato di ogni uomo di ottenere una vita sufficiente e degna di essere vissuta. E, badiamo bene, con la parola sufficientia Marsilio traduce il concetto aristotelico di autarchia, che letteralmente significa ciò che è sufficiente a se stesso.” Di conseguenza, Marsilio era dell’idea che il potere legislativo spettava interamente al popolo, poiché, inteso come Universitas, deteneva anche la sovranità. Spettava, quindi, alla maggioranza rappresentare e manifestare la volontà del popolo e, di conseguenza, l’individuo, in quanto parte del popolo, è obbligato ad accettarne le decisioni. A chi gli ribatteva che la maggior parte del popolo era ignorante e incapace di formulare delle leggi, rispondeva che, “seppure i sapienti possono legiferare meglio dei non dotti, questo non vuol dire che siano più competenti dell’universalità dei cittadini, di cui essi stessi fanno parte. Agli esperti compete formulare, ma soltanto formulare, la legge, mentre spetta al popolo approvarla o respingerla”. Unanimamente gli studiosi di storia delle dottrine politiche rilevano che nel Defensor pacis sono tracciati quelli che si possono considerare i fondamenti del moderno costituzionalismo: la sovranità popolare, il principio rappresentativo e quello maggioritario. Non irrilevante, infine, è la sua serrata critica contro la Chiesa di Roma per la sua opprimente e soffocante intrusione nella gestione della politica. Marsilio, infatti, sosteneva che per il bene dei cittadini il governo doveva essere eletto dal popolo, senza che ci fosse alcuna intromissione da parte del potere religioso, considerato che la Chiesa del tempo voleva solo accrescere il suo potere senza pensare al bene della comunità. Non solo, ma nega persino ogni pretesa di dominio sulla Chiesa da parte del Papa, sostenendo che tale potere spetta esclusivamente all’ Universitas Fidelium. Per quanto concerne, infine, gli eretici e gli infedeli che vivono nella società cristiana, Marsilio sostiene che i sacerdoti non possono pretendere di punire l’eretico con pene materiali ( tortura,morte, esilio, confisca dei beni): l’intervento spetta solamente ai giudici civili, ma soltanto nella prospettiva di un pericolo per l’ordine pubblico. Il clero, dunque, per Marsilio, qualora è animato da vera e sincera fede religiosa, può essere molto utile alla comunità; diversamente è pericoloso e destabilizzante. Per questa ragione il governo che emana dalla volontà popolare e che ha il compito principale di preservare la pace attraverso le leggi, può e deve sorvegliare la condotta dei fedeli e soprattutto quella del clero. L’unico fine etico dello Stato, disegnato da Marsilio, è dunque quello di assicurare ai suoi cittadini quella “ vita sufficiente” o felicità terrena possibile da raggiungere solo attraverso la pace e una tranquilla convivenza.