SCHIAVITU’ MEDITERRANEE

SCHIAVITU’  MEDITERRANEE

SCHIAVITU’ MEDITERRANEE

Corsari, rinnegati e santi di età moderna

Il Mediterraneo, in epoca moderna, fu teatro di Pirateria e Guerra da Corsa. Pirati e Corsari razziavano allo stesso modo uomini e merci, ma mentre i primi lo facevano in maniera illegale, i secondi erano legalizzati dalle Istituzioni. E la Sicilia, per la sua posizione geografica, si trovò al centro di questo scenario. Trapani pagò un alto contributo di vite umane. Così, al convegno tenutosi all’Officina degli Studi Medievali nella sede di Trapani, GIOVANNA FIUME, docente universitaria di Storia Moderna e autrice del saggio “Schiavitù Mediterranee", relazionando sul fenomeno, ha coinvolto gli spettatori trapanesi, trasportandoli in un’epoca che possiamo fermare tra il 1400 e il 1700, in cui i nostri antenati ebbero il duplice ruolo di schiavi e corsari. Prima dell’avvento dell’Impero Ottomano, la schiavitù, nel Mediterraneo proveniva dal mondo slavo, attraverso le colonie delle Città Marinare in Oriente. Kaffa (Crimea), colonia genovese sul Mar Nero, era un mercato di schiavi slavi. Con la caduta di Costantinopoli (1453), uno dopo l’altro cadono tutti gli avamposti occidentali in Oriente. Si assiste all’ascesa della potenza Ottomana, che pian piano arriva fino al cuore dell’Europa: Vienna. Nel 1475 cade la città di Kaffa e lo schiavismo si sposta sulle coste dell’Africa. Il deserto del Sahara, che sembra invalicabile, era attraversatato da 7 autostrade: percorsi tracciati dalle carovane. Esse arrivavano ed arrivano tutt’oggi fino alle coste del Mediterraneo, nei cui porti c’era la compravendita di schiavi neri. Furono gli Ottomani a dare il via allo schiavismo bianco del Mediterraneo, razziando le coste europee e facendo prigionieri uomini e donne. Lungo le coste, quindi, a partire dal 1500, sorsero le torri di avvistamento, sui tetti delle quali veniva acceso un fuoco allorché venivano avvistati i Saraceni(Ottomani). Alla vista del falò, la gente lasciava tutto per ritirarsi nelle roccaforti o nelle Chiese (la Chiesa di San Vito Lo Capo è essa stessa una torre-castello). Da torre a torre, si accendevano i falò e al largo del mare si poteva vedere tutto il litorale allertato dai fuochi. Inoltre, per contrastare la pirateria, si affidò la protezione delle coste ai Corsari, che scatenarono una lunga e lucrosa Guerra da Corsa. Gli stessi vennero patentati dal re a cui devolvevano 1/5 del bottino e furono sovvenzionati anche da mercanti e banchieri. A Trapani era il Conte Fardella a rilasciare le patenti ai Corsari. Le peculiarità di questo tipo di schiavismo furono: a) stante la vicinanza geografica, era possibile far avere notizie a casa per poter essere riscattati e tornare cittadini liberi; b) lo schiavismo fu registrato da ambo le parti: musulmani con schiavi cristiani e cristiani con schiavi musulmani; il fenomeno si ammantò da subito di toni religiosi dando origine ad una serie di abjure e conversioni; c) mentre era difficile per gli islamici diventare cristiani, era molto facile per i cristiani diventare musulmani. Bastava alzare il dito indice al cielo e dire: “Allah è il vero Dio e Maometto è il suo profeta”; d) l’intromissione della Chiesa, terrorizzata dalla possibile abjura della fede. La Chiesa fece di tutto perché i cristiani venissero riscattati e tornassero a casa. Gli archivi ecclesiastici trapanesi, esplorati dall’autrice, si sono rivelati rigogliose fonti di lettere di schiavi cristiani indirizzate alla famiglia di appartenenza! (Si registrarono più di 850 processi a rinnegati). Ma era inevitabile che accadesse la promiscuità religiosa. Molti schiavi mori diventarono santi (Beato Antonio Etiope, San Benedetto il Moro). Altresì molti rinnegati riuscirono a convivere con le due religioni: nell’Islam, infatti, il rapporto con Dio è molto personale, per cui le due religioni non fecero fatica a coesistere. Trapani ospitava più di 2000 schiavi mori, anche i sacerdoti possedevano schiavi. Il loro mercato era la Loggia della Città. Ma le conseguenze di questo conflitto religioso e umano furono molto positive: le culture si amalgamarono, nacque una lingua franca, costituita da parole arabe, turche, italiane,francesi. Una lingua parlata in tutti i porti del mediterraneo, capita da tutti i marinai. Nascono i principi collettivi che diedero vita all’individualismo moderno. Esempio eclatante fu Trapani. Il Pugnatore nella “Storia della Città di Trapani” anno 1595, ebbe a scrivere che un Magistrato trapanese, annoiato dalle continue lamentele che gli schiavi sollevavano avverso i padroni, anche perché non riusciva a capirli bene per come si esprimevano, stabilì che un giorno all’anno venisse affidata agli stessi schiavi l’amministrazione della loro giustizia. Nella casa del padrone veniva scelto lo schiavo più saggio che per 3 giorni di seguito si sostituiva al Re e amministrava la giustizia per gli schiavi, nella maniera più obiettiva e onesta possibile. Il Padrone era obbligato a obbedire alle decisioni che venivano prese dal “sostituto re” perché diventavano leggi. Trapani aveva gettato le basi per un nuovo tessuto sociale: la nascita del diritto internazionale! ------------------------------------------------- Giovanna Fiume è docente di prima fascia di Storia Moderna alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Palermo. Organizzatrice di diversi laboratori culturali e autrice di numerose pubblicazioni e saggi, ha riscosso il favore della critica e del pubblico.

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