I “MISTERI” di TRAPANI

I “MISTERI” di TRAPANI

I “MISTERI” di TRAPANI

La tradizione più cara ai Trapanesi

Foto: "L`ASCESA AL CALVARIO"- Anche quest’anno si è svolta a Trapani la famosa “Processione dei Misteri”, per le celebrazioni della Pasqua. Dalle 14:00 del 22 aprile, venerdì santo, alle 14:00 del sabato santo, per 24 ore, un commovente Corteo pieno di colori, odori, luci, suoni ed emozioni si è snodato a serpentina per le vie del Centro Storico della Città. Si tratta di venti Gruppi Sacri scultorei, risalenti al 1600, periodo di occupazione spagnola in Sicilia, che rappresentano la passione e la morte di Gesù. Vengono portati in processione adornati da preziosi paramenti argentei (ex voto), da ricercati addobbi floreali e da enormi ceri che illuminano sapientemente i volti delle statue evidenziando talora i ghigni dei cattivi, talora le smorfie di dolore dei Santi. Ciascun Gruppo è preceduto da due schiere parallele di giovanetti e seguito da una banda musicale. Le Statue, fissate ad una “vara” di legno, vengono portati in spalla dai “Massari”(portatori), i quali procedono con un passo altalenante sulle note della banda musicale, imprimendo al Gruppo un movimento detto “annacata” unico nel suo genere. Non conosciamo la data della prima processione organizzata dall’antica Confraternita di San Michele. Risulta che fino al 1594 non esisteva alcuna cerimonia per il Venerdì Santo. Sappiamo invece che la Confraternita affidò i Gruppi, in seguito, alle Maestranze cittadine, che se ne fecero carico con grande onore ed onere. E così è rimasto fino ad oggi. Dagli atti notarili, il più antico atto d’affidamento risulta essere del 20 aprile 1612 e riguarda “l’Ascesa al Calvario” affidato ai" poveri jurnateri.". I Gruppi furono realizzati da Maestri Artisti Trapanesi, che seppero dare loro una dinamicità espressiva nelle fattezze del volto e una movenza di dolore e sofferenza tale da farne dei Capolavori, unici nel quadro delle rappresentazioni religiose della Pasqua, che affascinano e commuovono chiunque si appresti ad ammirarli. Esempio ne è “l’Addolorata”, la cui bellezza non è data da un volto perfetto da dea, ma da un volto di una donna straziato e distrutto da un immenso dolore umano. E’ a questa Umanità che si ispirarono i Maestri Trapanesi, che attinsero sì dai Vangeli, ma anche e soprattutto da episodi di credenza popolare: la Veronica che asciuga il volto di Gesù e su quel drappo le rimane l’Immagine sofferente; il Giudeo che spoglia Cristo e non si accorge di perdere egli stesso gli abiti, che gli si sfilano inspiegabilmente; la Guardia che schiaffeggia Gesù e si ritrova con la mano che improvvisamente diventa di ferro… Impressionante è l’espressività dei volti delle statue! Si dice che rappresentino personaggi realmente vissuti, come il Giudeo della Spogliazione. Pare che fosse l’aiutante del Boia (anche i trapanesi venivano giustiziati con la ghigliottina) e che si chiamasse “Setticarini”. La tecnica utilizzata, dai Maestri, fu quella tipicamente trapanese, detta "carchèt ": viso, mani e piedi e sono in legno. L’ossatura è in legno e sughero, su cui si modella la stoffa delle vesti, precedentemente immersa in una soluzione di colla e gesso, che ne permetteva una maggiore malleabilità e naturalezza. I “Misteri” vengono custoditi presso la settecentesca Chiesa barocca delle “Anime Sante del Purgatorio”. riprese video TELESUD