NON SI SA COME

NON SI SA COME

NON SI SA COME

La scissione dell` "IO"

“Possiamo giustificare i nostri delitti, quando li commettiamo al di fuori della nostra volontà?” Mai come oggi risulta attuale il tema del dramma in tre atti scritto da Pirandello nel 1934, “Non si sa come”, che Sebastiano Lo Monaco, regista ed attore, su ammodernamento di Nicola Fano, propone al pubblico. L’Ente Luglio Musicale Trapanese, proseguendo la politica di rappresentare lavori teatrali impegnativi, lo ha portato sulle scene del Teatro Tito Marrone di Trapani, venerdì 21 gennaio scorso. La scena, ambientata negli anni trenta, si svolge su una nave da crociera, in cui una comitiva di artisti, tra balli e canti, prova lo spettacolo che deve allestire per gli ospiti. Il protagonista, chiamato “il Conte”, si trova a tradire il suo migliore amico e collega, Giorgio, con la moglie di lui, Ginevra, pur non essendone innamorato ed anzi amando moltissimo sua moglie. Un “delitto innocente”, lo definisce, accaduto, “non si sa come”, come in un sogno. Un istinto primordiale si è messo in moto all’insaputa dei protagonisti, che li ha travolti! Ma allora di chi è la responsabilità di quello che è successo se i protagonisti non lo volevano provocare consapevolmente? Parte una torturante ricerca della responsabilità, che angoscia l’attore e che gli fa rivivere un altro delitto, fino ad allora rimosso, anch’esso compiuto in assenza della sua volontà. Come in un sogno, “il Conte” rivede un brutto gesto commesso nell’infanzia, che causò, per futili motivi, la morte di un ragazzo, di cui egli non fu mai ritenuto colpevole. Adesso il ragazzo morto con la testa fracassata è là davanti ai suoi piedi, ma egli sente di non averne colpa, non aveva voluto quel delitto che suo malgrado aveva commesso e che adesso confessa alla compagnia. E come preso da smania egli cerca, in quelli che lo circondano, quanti di loro non abbiano compiuto “delitti innocenti”, a dimostrazione che egli è proprio senza colpa e senza responsabilità: “Sono cose che succedono a tutti”- dice a se stesso -” Non possiamo essere responsabili del nostro istinto!” Ma mentre lo dice, si accorge di quanto ingiusta sia questa affermazione! Nessun delitto è innocente se procura la sofferenza di qualcuno e tutti i delitti gridano giustizia e la giustizia fa affiorare la responsabilità di chi ha commesso quella che comunque è una colpa. E senso di colpa è quello che lo angoscia, che non gli dà pace e che lo porta a far in modo che il suo amico Giorgio, alla fine, lo uccida. E’ questo il messaggio che Pirandello ci tramanda, messaggio valido in tutte le epoche. C’è dentro di noi un “io” che non è unitario, un “io” che si scinde in ragione ed istinto! Quanto siamo responsabili del nostro istinto? Un dramma attualissimo, che spesso ci porta a giustificare i nostri cattivi comportamenti come se fossero innocenti. Oggi più che mai, ciò accade davanti ai nostri occhi, lo vediamo quasi quotidianamente. Ma, alla fine, “l’uomo” non può eludere la sua responsabilità. In una intervista rilasciata a M. Missiroli, a proposito di questo dramma, Luigi Pirandello così diceva: « ... nel mondo morale la coscienza si risveglia come un giudice severissimo e intransigente nell`animo di chi ha infranto la legge. Il delitto appartiene alla natura, ma il momento veramente drammatico è quello della giustizia, ed è tanto più drammatico quanto più il tribunale è invisibile cioè …la coscienza ... ». Molto bravi gli attori protagonisti, Maria Rosaria Carli, Mirko Rizzotto, Giuseppe Cantore, Elena Aimone,che si sono anche cimentati nel canto. Molto bravi i musicisti. Sebastiano Lo Monaco, alleggerendo il dramma con canti e balli, ha rispettato ed evidenziato lo spirito dell’opera.

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