Trapani, presentazione del libro sull'Organo della Chiesa di San Pietro.

Domenica sera, 10 marzo, ho conosciuto il maestro concertista  Claudio Brizi, in occasione della presentazione del libro “L’Orchestra nascosta” di Stefania La Via sull’Organo della Chiesa di San Pietro di Trapani.

 Ascolto e leggo che Claudio Brizi ha tenuto oltre 2000 concerti in tutto il mondo. Pertanto, dividendo per 365 giorni, risultano oltre cinque anni di “concertitudine continua.  Quindi, un musicista molto apprezzato che può vantare una “suonata” senza soluzione di continuità così lunga, non credo che possa essere considerato l’ultimo arrivato: ebbene, per me fino a domenica sera lo era.

 Poi, mi sono guardato intorno ed ho capito che la mia ignoranza era uguale o forse superata da tanta altra gente.

Brizi e Stefania La Via, autrice del libro “L’Orchestra nascosta hanno  definito Francesco La Grassa, costruttore ottocentesco dell’Organo sito nella Chiesa di San Pietro , un ignorante, nel senso che sapesse mettere a malapena la sua firma e, forse un pazzo per la sua elevata maestria.  Credo che Il Brizi avesse ragione quando ha detto, davanti il Vescovo di Trapani, Monsignor Pietro Maria Fragnelli,  e varie autorità presenti, che l’Organo di San Pietro sia da considerare uno strumento unico: una macchina polifonica in grado di emettere attraverso le sue canne i “respiri” di tanti strumenti , con caratteristiche diverse, dovute probabilmente alla cosiddetta “pazzia” di un maestro che impiegò circa dieci anni per ultimarlo, riuscendo a farne un pezzo unico che tutto il mondo dovrebbe invidiarci.

E ancora, ha paragonato questo gioiello ad una autovettura che per mantenerla in attività ha bisogno di una continua manutenzione: “ E’ normale cambiare l’olio dell’auto ogni venti anni ?”. Sembrerebbe, infatti, che l’ultima manutenzione all’Organo sia risalente a circa venti anni fa.  

Il musicista clavicembalista, poi,  ha lanciato una “sfida” ai trapanesi, minacciando di non tornare più in Città per l’Organo di San Pietro, se non si cambia il “registro” della tenuta di questo monumento davvero singolare.

Foto: Claudio Brizi(da internet)

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