TRAPANI:LE CUPOLE DI SAN PIETRO

TRAPANI:LE CUPOLE DI SAN PIETRO

TRAPANI:LE CUPOLE DI SAN PIETRO

Inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione di un simbolo cittadino

Ieri sera, dopo la santa messa officiata dal Vescovo Fragnelli in ricordo delle vittime civili della guerra, presso la Chiesa di San Pietro al centro storico di Trapani, è stato inaugurato il nuovo impianto di illuminazione, donato dalla City Green Light. «La luce vuole rappresentare un messaggio di speranza e di pace, che esalta la bellezza artistica ed al contempo rende omaggio e memoria ai caduti civili vittime di guerra che da "numeri" vanno ricordati con i loro nomi in quanto persone - ha affermato il Sindaco Tranchida. «Il progetto di illuminazione delle cupole di diverse chiese cittadine, inserito a suo tempo nel dossier di Trapani Capitale Italiana della Cultura, è la prova di come pubblico e privato possano lavorare bene insieme - dichiarano gli assessori D`Alì e Safina - ottenendo ottimi risultati. Il colpo d`occhio di cui trapanesi e turisti potranno godere sarà presto motivo di soddisfazione nell`ambito del processo di recupero e valorizzazione del patrimonio storico artistico cittadino sul quale stiamo investendo ormai da 3 anni». L`architetto Barresi spiega alcuni dettagli del progetto, specificando come «la scelta sia stata quella di ottenere diversi piani di illuminamento e un effetto di profondità spaziale che rendesse riconoscibili tutti gli elementi tipologici della Chiesa. L’intento progettuale è stato quello di portare in primo piano alcune porzioni di elementi lasciandone una parte in penombra, per creare una scena tridimensionale dove tutti gli elementi che la compongono siano ben leggibili. Ad esempio le cupole minori sono colpite dalla luce solo su un fianco mentre la parete finestrata della navata centrale, che fa da sfondo alle cupole, è illuminata in maniera omogenea dal basso: la parte delle cupole che rimarrà in ombra, ponendosi in “controluce”, le renderà interamente percepibili donando alla struttura il dinamismo che conserverebbero con la luce naturale». Foto di Francesco Ferla