RICCHEZZA CULTURALE CRISTIANA TRA AFRICA E ROMA

RICCHEZZA CULTURALE CRISTIANA TRA AFRICA E ROMA

RICCHEZZA CULTURALE CRISTIANA TRA AFRICA E ROMA

Trapani com`era

Ci fu un tempo a Trapani in cui la cristianità non era intesa come conquista e dominazione, ma come accoglienza e conciliazione di culture religiose mediterranee. Ci sembrerà strano ma secondo un nostro concittadino, lo storico Prof. Salvatore CORSO, il cristianesimo a Trapani è arrivato dall’Africa e soprattutto dal paese più vicino:la Tunisia. Per conoscerci veramente dobbiamo prima sapere chi siamo. E per sapere chi siamo dobbiamo voltarci indietro e conoscere il nostro passato. Ci vuole poco a perderne la memoria, basta andare avanti di qualche generazione e non riconoscerci più. Cartagine, Tunisi , Sfax furono le città da cui ebrei e cristiani giunsero a Trapani e dove i nostri antenati trapanesi tonnaroti e salinai andavano a lavorare. Da quei luoghi, nel I sec. d.c., venne importata la concezione religiosa cristiana che i trapanasi/ericini hanno poi adattato a quella precedente elimo-punica incentrata sul culto ericino della Dea Madre (Tanit). Ad Erice (l’etimologia della parola significa Monte; "`U Munti" dicono i Trapanesi) esisteva un culto della Dea Madre che era il punto di riferimento religioso di tutto il Mediterraneo. I marinai ed i pellegrini arrivavano da tutti i paesi prospicienti il Mediterraneo portando grandiosi doni in oro (che poi furono trafugati dai Romani, alcuni dei quali si trovano anche al Palatino). Il culto era servito da sacerdotesse: le "ierodule" e veniva festeggiato due volte l’anno. Il 25 ottobre, con un volo di colombe-migranti che dal monte Erice andava verso il mare (Anagogia),in Africa dicevano taluni, ma che probabilmente si fermava al Castello Punico di Trapani, denominato per l’appunto "Colombaia", e il 23 aprile, quando lo stesso stuolo di colombe ritornava dal mare (Katagogia). Il tutto tra canti evocativi riecheggianti per tutta la Sicilia. Era questa la festività per propiziarsi le due stagioni: la stagione invernale e quella estiva. "‘U mmernu" e "la staciuni" dicono i Trapanesi, evidenziando che le stagioni da noi erano solo due. Non c’è infatti nel vocabolario siciliano una parola che indichi la primavera o l’autunno. Esiste un’antica strada che da Erice porta alle grotte di Scurati e poi fino a San Vito, costellata da pietre miliari. Sulle quali non ci sono segnati i Km, ma c’è disegnata la forma stilizzata di una donna : "`a pupa", la chiamano le nuove generazioni a Custonaci. Ne hanno perso la memoria! Non sanno che quella è la Dea Madre, che attraverso i secoli assunse diversi nomi (Erycina Venus per i romani). Però a Custonaci e ad Erice , l’ultimo mercoledì di agosto, si festeggia La Madonna . Anche a Trapani il 15 agosto si festeggia La Madonna. Nell’uno e nell’altro caso la leggenda dice che, sia il quadro della Madonna di Custonaci, sia la Statua della Madonna di Trapani,vengano dal mare! Ecco ritrovato l’origine della cristianità nel territorio di Trapani. E nel contempo a Tunisi si festeggia la Madonna di Trapani. Le leggende e le festività ci fanno risalire alla storia delle nostre origini culturali! Sulle festività religiose si basa il lavoro del Prof. CORSO. Secondo lo storico trapanese, il ritrovamento di identiche festività religiose in Tunisia e nel territorio di Trapani la dice lunga. Il culto di un martire cartaginese, S.Giuliano, (S.Iuono per i siciliani), nel 259 d.c.,fu importato dai pescatori trapanesi e nel nostro territorio divenne così importante, che sotto i Normanni tutto il Monte e la città di Erice assunsero il nome di Monte S.Giuliano. Al Santo fu edificata la più antica chiesa dell’Acropoli e divenne il Santo Protettore di tutto l’agro Trapani/Erice, molto prima di S.Alberto. Ne sono rimaste a testimonianza le filastrocche dialettali. Il culto di S. Placido e 30 compagni, martiri in Sicilia, venerato il 5 ottobre in località "Azakalazir", tra la città di Trapani e il Monte (oggi Raganzili), fu ritrovato sul calendario cristiano del V sec.di Cartagine con lo stesso giorno di culto. Da noi restò traccia di questo culto in località Bonagia(=Luoghi Santi) con la chiesetta di "Tutti i Santi". Il culto di San Liberale (Santu Libiranti), vescovo di Cartagine, venerato in una chiesetta trapanese costruita sugli scogli di tramontana, là dove dice la leggenda i pescatori ne ripescarono il corpo. A Favignana esiste la chiesa di Santa Caterina di Alessandria (d’Egitto) martire. Nel X e XI sec. Trapani appare una comunità multietnica (gli ebrei sono un terzo della popolazione) e ricca sia per gli scambi commerciali che per quelli culturali, la sua religione è la tolleranza reciproca, il suo porto è uno scalo internazionale! Ma con l’assetto Normanno subentra la Chiesa di Roma con il rito latino e dopo la caduta degli Svevi arrivano prima le crociate con le loro mercanzie trafugate in oriente e poi gli ordini mendicanti . Tutto cambiò, pian piano nacque un’intolleranza verso i non cristiani che portò nel 1392/1393 all’eccidio degli ebrei sia a Trapani che ad Erice. Trapani cattolica scaccia i suoi figli non cattolici. I tempi che seguirono videro cadere la città verso l’oscurantismo religioso: i gesuiti monopolizzarono l’istruzione e preclusero ogni forma di libertà e tolleranza religiosa verso i non cattolici. La ricchezza paleocristiana dell’accoglienza divenne predominio e sterile gerarchia clericale imperante, di cui tutt’oggi ne riceviamo le conseguenze.