RAPPEZZI DEL PASSATO di Alberto Barbata

RAPPEZZI DEL PASSATO di Alberto Barbata

RAPPEZZI DEL PASSATO di Alberto Barbata

Le nature morte di Franco Agate

Parlare della pittura di Franco Agate e definire "nature morte", la sua attuale produzione, secondo uno schema metodologico desueto, è certamente un rifuggire da una comprensione del suo vero spazio pittorico ed esistenziale. Sarebbe meglio dire di "oggetti della memoria", osservando questi "campioni" della vita materiale in interni piccolo borghese. Sfogliando questo album senza pieghe, ritornano ossessivamente, anatomicamente sezionati nel ritorno, come in un flash-back, gli angoli più semplici della nostra quotidianità passata, una civiltà scomparsa nel turbinio delle tecnologie attuali, il sapore e gli odori del tempo perduto. Un ritorno alle origini dell`artista che scava nel vuoto del mondo contemporaneo, fatto di asettiche visioni plasticate. Ancestrali ritorni all`infanzia perduta quasi senza accorgesene, ad una sicilianità fatta di momenti, visioni, panorami della mente, alla ricerca disperata e disperante di colmare questo indicibile deserto dell`anima che ci portiamo dentro in un mondo travagliato che non cerca salvamento, ma silenzio. Così in "rappezzi del passato", "mafaradda e agrumi", "tapizzerie e calle", "bick back e cipria" e di seguito anche gli altri che non rifuggono da una tempesta di domande, quesiti, sul perché di una pittura che sembra scontata, rivissuta da altri con i cromatismi usuali, riscontrabili. Ma quello che colpisce il visitatore di questo ventaglio di illusioni poetiche è il freddo penetrante archeologico che come un soffio gelido travolge, sconfina come in una visione futura da venire nei secoli che non conosciamo. La catastrofe dell`oggi, del domani che diventa pietra, lapide antica che ancora oggi commuove con una semplice iscrizione. Come in un nonsense le "nature morte" rivivono, tornano a colorarsi di policromie antiche, maioliche siciliane lavorate dall`infaticabile ceramista che un tempo conoscemmo ed amammo. E la dolce sensualità delle "calle", che stranamente ci richiama al mondo della Sicilia greca, ci riporta la figura dinoccolata dell`artista che sale dalle vie antiche del paese con il sorriso stanco di efebo. Una stagione d`amore, questa della pittura attuale di Agate, che non lascia spazio, respiro che all`essenzialità, per dire il tutto con le cose del passato che non possiamo dimenticare, per trasmetterlo. In desiderio di sopravvivenza.

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