L'ultimo lavoro di Pino D'Angelo con quattordici brani che descrivono il suo mondo.
Le emozioni non finiscono mai quando si ascoltano le musiche e le parole di Pino D’Angelo in “quando la mia chitarra era mia - dedicato”.
Quattordici brani che spaziano nella mente e nel cuore di un artista che con le sue parole trasmette immagini e sensazioni uniche come il fatto di cronaca di una ragazza madre e la realtà di una gravidanza che cozza con l’ottusità di una informazione oscena e con l’imbecillità dei tanti. E ancora, con le sue note tocca le magie che si possono vivere nel mare di Favignana durante una notte al lido Burrone, e poi si sofferma sulle sfaccettature dell’amore e sull’accavallarsi dei sentimenti per la sua “Stella”(Diletta – nda) e per chi ha lasciato un’impronta unica nel mondo musicale come il “battito d’ala” dedicato a Mia Martini, e la malinconia dei tranelli di luna nel miele dei baci “con l’unica ineluttabile certezza che niente ritorna”.
Pino, sempre innamorato dei luoghi vissuti e degli affetti familiari, ricorda la madre e il padre con la sua “Stella della sera” e canta i suoi giganti del mondo musicale e cinematografico: Fabrizio De André e Federico Fellini e, infine, le promesse che si fanno in guerra e in amore e che si sa già di non poterle mantenere. Il nostro eclettico cantautore, con gli occhi lucidi, cita coloro che l’hanno accompagnato in questa avventura musicale: Diego Monticciolo e Salvo Agosta con i loro arrangiamenti e gli interventi vocali di Enza Barbara; la chitarra solista di Mario Cefalo e l’esordio efficacissimo della voce incantata di Dina Strazzera.
Foto: il cantautore Pino D'Angelo

