SAN LIBERALE DEI PESCATORI DI TRAPANI

SAN LIBERALE DEI PESCATORI DI TRAPANI

SAN LIBERALE DEI PESCATORI DI TRAPANI

Trapani, incontro conferenza di ieri 4 febbraio, presso la chiesa di San Liberale, con i giovani del Fondo Ambientale Italiano.

Il FAI(Fondo Ambientale Italiano) di TRAPANI, ieri 4 febbraio, ha dato inizio alle conferenze ed alle attività che mensilmente verranno fatte presso la  chiesa di San Liberale, sita nei pressi della Torre di Ligny. Sara Pianelli, storica dell’arte e componente del FAI, ha descritto la chiesa del Santo Vescovo e della leggenda che ne parla. Il posto molto particolare della città estrema è chiamato “pietra palazzo”, sia per la presenza nel quartiere trapanese di palazzi, che una  cava dalla quale si estraeva la pietra “misca”, detta anche capricciosa o rosona, molto dura e resistente, usata per costruire colonne, scale ed architravi, ed utilizzata anche nella famosa reggia di Caserta. E’, inoltre, chiamata pure  “baracche” trovandosi fuori delle mura cittadine dove insistevano parecchie costruzioni utilizzate dai pescatori, con magazzini e luoghi dove si riparavano le reti per la pesca. La chiesa di San Liberale fu costruita su iniziativa dei pescatori che l’hanno voluto come loro protettore. Il Santo, abate o vescovo, fu in Mauritania, dove predicava il Vangelo. In seguito, per le sue posizioni religiose, fu spogliato dei paramenti sacri e martirizzato.

Lo tagliarono in tanti piccoli pezzi che gettarono in mare, in  acque poco profonde e molto chiare. Il suo sangue si depositò sugli scogli e quando i pescatori trapanesi partirono e si spinsero verso le coste dell’Africa si accorsero che il sangue del Santo  si era tramutato in alberi di corallo. Quindi, la leggenda racconta che San Liberale apparve ai pescatori e disse loro di tramandare la sua storia. Per questo, i pescatori decisero di far costruire la chiesetta. Un’altra leggenda parla di un altro martirio con il fuoco che però si spegneva continuamente.

La chiesa fu costruita nel 1600, durante il rinnovamento barocco, fuori le mura di cinta della città e forse per questo non la vediamo segnata nelle cartografie fino al 1919. Nei primi anni del XX secolo, la fonderia Burgio costruì una campana in bronzo, con i proventi di parte del tesoro della Madonna di Trapani, copia all’interno della chiesa. Gli abitanti del posto, infatti, per la lontananza del Santuario della Madonna di Trapani, solevano fare la “quindicina” presso la chiesa di San Liberale.

Oggi, i giovani del FAI trapanese si stanno impegnando per renderla fruibile, una volta al mese, con manifestazioni sia all’interno del luogo sacro che all’esterno con rappresentazioni culturali varie.

Infatti,  davanti la chiesa c’è uno spazio  per manifestazioni culturali, gastronomiche e ludiche ed i giovani vogliono  riproporre quanto si faceva  negli anni ‘80, quando il primo lunedì di pentecoste si festeggiava la pasqua di rose o pasqua “ciuri”, che corrispondeva al  giorno del martirio, nel 484 dopo Cristo: si disponeva un lenzuolo  sugli scogli e si gustava cibo povero con uova sode, pesci fritti, polpi, e si usava  lavarsi i piedi nelle calette adiacenti  e raccogliere patelle e vongole,  la cosiddetta “scialata”.